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mercoledì 31 maggio 2017

Lettera alla Libertà - Rosa La Camera (da una iniziativa NBC)

Cara Margherita,
ho ricevuto la tua lettera, l’unica che mi scrive sei tu, quindi quando me l’hanno data già lo sapevo e ho aspettato fino a stasera per aprirla, la speranza e la gioia di leggerla mi hanno tenuta su tutto il giorno. La vita ormai mi riserva poche gioie e come l’affamato nasconde pezzetti di pane sotto il cuscino, io tengo le tue lettere da parte per uscirle fuori quando ne ho più bisogno: la notte.
Dormo poco o niente ormai, anche se le ore del giorno sono altrettanto interminabili, la notte è lunghissima, e non bastano a tenermi compagnia il rumore del mare, che io sento anche da qui, seppure la marina è lontana almeno un chilometro, sento i rami che sbattono tra di loro, si dibattono con me e le mie compagne di pena, si fanno del male, si strapazzano e si afferrano per i capelli nel cortile, nell’ora d’aria.
Che ormai noi, sentimenti non ne abbiamo più, nessuna stima per gli uomini importanti e di valore come di quelli miserabili che ci hanno sfruttate e vendute, fino a ridurci in questo stato, vivere senza vita è vivere nel carcere, vivere senza neanche respirare, che l’aria ci sembra tutta puzzare di latrina, nella cella in cui siamo costrette a vivere, e il mondo ci appare una cosa non vera, un’invenzione che ci hanno raccontato, ma chi l’ha mai visto la vita vera? Ho avuto mai una casa e una madre? Anche tu mi sembri un sogno e questa lettera mi sembra una cosa che può scomparire da un momento all’altro, e io parlo ad una persona inventata, che qui sono tante le persone che si inventano sorelle che non ci sono e madri che non hanno, e tutte sembrano delle pazze, anche quando vanno ai colloqui sembrano prese dalle allucinazioni, e ti parlano di persone che non esistono, si inventano un marito fedele e un figlio che le aspetta e un fratello che si sbatte la testa per trovare un avvocato buono. Ma poi alla fine restano qua, e nessuno ci pensa più.
Cara Margherita, non ti offendere se ho detto queste cose, la tua lettera è ancora qui e io spero di vederti presto.
Lucia.


Rosa La Camera