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venerdì 13 gennaio 2017

Amicizia ritrovata: Dire tutto

Dito sul simbolo del microfono di WhatsApp, blink del cellulare; registrazione vocale iniziata: «Ciao, anche quest’anno è scappato e si è portato via una scatola piena di registratori a nastro, microfoni, luoghi di ritrovo, chilometri, tutte le maschere, David Bowie, Lemmy, gli USA,


 i poster dalla mia stanza and a bunch of other things che non sto qua a dirti visto che le conosci già o non te ne frega più di tanto. Non sto più nelle scarpe se toccano il suolo; a me di questo suolo proprio non frega più nulla e lo sai. Prendere un aereo e dimenticarsi come si torna è il mio sogno più grande; sai anche questo. Non ho ritrovato nulla, forse ho riscoperto cos’è un amico ed è successo dopo essermi innamorato di te e dopo queste cose più complicate tipo la febbre, i soldi, il lavoro. Ho imparato di nuovo a camminare guardandoti camminare. Ho imparato parole nuove ascoltandoti, ho imparato persino a cucinare mettendo le mani dentro l’impasto e condividendo lo spazio. Per la prima volta mi rendo conto che le mie mani non sono poi così vuote come un tempo, forse è il tempo stesso ad averle colmate. Ho passato un sacco di tempo a chiedermi come mai quando la risposta l’avevo proprio davanti agli occhi. Ho imparato anche il silenzio. Ho imparato..» - swish verso l’alto del dito mezzo in cancrena ormai per via della pressione sullo schermo; registrazione annullata. Ho imparato persino che non c’è bisogno di dire proprio tutto. 
Sta bene così.


Antonio Siddiolo