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martedì 30 settembre 2014

Murder Ballads: The curse of Millhaven



La città brucia e i bambini muoiono. La vita è ritmo di cavalli dal crine impazzito, nell’aria un ritornello che è preludio dell’inferno.
Per Natale ti regalerò il mostro che tieni sotto il letto, uscirà allo scoperto solo per te masticherà prima l’orlo della coperta per rosicchiarti i piedi fino a scoprirne le ossa. Morrai.

La la la                  La la la                  La la la
La la la                  La la la                  La la la

lunedì 29 settembre 2014

Lysiane

Si sta preparando, La Feria la attende in un carnaio di marinai con le verghe dritte, pronunciando sottecchi il suo nome morbido, vellutato, che richiama i mercantili in questi di Brest più delle committenze, come se le sue carni bianche, che solo lei (unica tra noi donne del bordello) orna con pizzi e sottane di colore nero; si illude, lei, di essere l’attrattiva, ma marinai muratori e sbirri, qui tra l’opalescenza del fumo e il fiato caldo, hanno ben altre voglie, intenzioni sottili: vengono a giocare a dadi con suo marito Nono, animale negro, dicono di lanciare i dadi per vincere la posta, lei, la tenutaria del bordello, soave e noncurante mentre nutre del suo sesso l’amante Robert; 

sabato 27 settembre 2014

Tutti in piazza



Balduccio Bellaria, sindaco della città, a ogni angolo di strada sorrideva dai cartelloni 6×3. La città pulita è per tutti, diceva lo slogan sotto il bagliore dei suoi denti. Il traffico impazzava. I lavoratori precari si arrampicavano sui tetti del Palazzo Civico. Alcuni si incatenavano al portone. E lui, sin dall’inizio del mandato, sorrideva dappertutto. Occorre riconoscergli che, negli anni, aveva cambiato diverse pose: leggermente di lato, di profilo, in primo piano frontale e varie altre suggerite dal fotografo. Ma il sorriso sbieco e lucidato gli restava appiccicato sotto le labbra. Quando, dalla poltrona di sindaco, rilasciava interviste alla stampa usava guardarsi attorno in cerca di qualsivoglia superficie di vetro potesse restituirgli la sua immagine riflessa. Ultimamente era infastidito dall’invadenza di talune istituzioni. L’aumento della tassa sui rifiuti era stato annullato dal Tribunale Amministrativo Regionale. Bisognava restituire anni di maltolto ai cittadini. E ora dove li avrebbe trovati ‘sti soldi ? Balduccio masticava imprecazioni fra i denti e, intanto, ne esibiva lo splendore. Risolse allora di sparpagliare per le vie della città un contingente di vigili urbani e di ausiliari del traffico. A fare multe. I cittadini caracollavano così sotto l’incremento delle imposte locali e delle contravvenzioni.


venerdì 26 settembre 2014

Pingue: Il mal di denti di Nietzsche

No, non ora, non qui in questa pingue, immane frana
Giornate afose attendono al balcone le mie gambe; le mie mani aspettano volante e cambio, ricercano la mia mascella. Dove andrò sarà tutto perfetto e non un filo di caldo turberà le mie membra, le mie gengive istupidite semoventi tra le guance e ciò che circonda la mia bella testa in evoluzione.

giovedì 25 settembre 2014

Palermo InfoPoint

Notte buia senza lampioni. Per la strada alcuna anima viva - sorci e gatti a rincorrersi famelicamente. Qualche raro cassonetto svuotato nel raccoglitore di rifiuti con il lampeggiante da ambulanza. L'operatore ecologico ha appena accomunato i resti indifferenziati dell'umanità.

E' questo ciò che penso mentre mi chiedo se la strada che sto percorrendo per tornare a casa sia quella giusta o che, come al solito, ho sbagliato al quadrivio. Invece di guidare una macchina dovrei essere su un calesse stile western (il cavallo riconosce sempre la via di casa.... ritornava una rondine al tetto...... si alzò alto un nitrito).



mercoledì 24 settembre 2014

Craigentinny


Non abbiamo un gran senso dell’orientamento, entrambi, ammettiamolo. E poi a Edimburgo non annunciano le fermate sull'autobus. Risultato: scendiamo tre fermate dopo, ma ancora non lo sappiamo. Ci ritroviamo nel mezzo di una strada uguale a tutte le altre: case grigie da un lato, case grigie dall'altro. Unica forma di vita umana un gruppo di persone attorno a una roulotte. L’uomo dice che non sa, ma ha voglia di parlare, da dove venite, ah bella l’Italia, mi date il vostro biglietto dell’autobus? Interviene una bambina ed è in quel momento che ci rendiamo conto che sta rosicchiando della carne da un osso: io so dov’è! Vi ci porto io.

lunedì 22 settembre 2014

Farah ai confini del mondo

Farah ha gli occhi di miele, di miele ha il sangue, lo sguardo, i capelli.
E' sbarcata da due giorni.
Il Mediterraneo dà morte e speranza e arrivano. Un percorso obbligato, ti dicono poco, quanti dollari hanno pagato, quanto hanno mangiato, dove hanno pisciato e cacato. Quanto sono sporchi lo senti, una settimana almeno sul barcone. Altri non arriveranno più, inghiottiti dalle onde, sepolti nei ventri delle carrette, asfissiati dalle esalazioni dei carburanti. Sono tanti.

domenica 21 settembre 2014

AAS Vintage: Henry Lee

Caspar David Friedrich 
E tirava vento, e foglie e frasche per aria che di certo passeggiare sul crinale - miriadi di foglie -, che tutto poteva dirsi ma non che fosse prudente, guarda quei due, come cammina lui, come cammina lei, per me finirà in tragedia e tanto avevo detto e li seguivamo mentre si inerpicavano tra le rocce, su per il vialetto - quanti asparagi, ne raccogliamo a mazzetti -, e lei provava ad abbracciarlo, cosa che non si conviene ad una donna, ma era chiaro, si può affermare che in tutta evidenza lei cercava un contatto, forse fargli sentire il suo calore, si sa.

sabato 20 settembre 2014

Barba e capelli

In occasione della notte dei 1000 racconti, un pezzo di Raimondo Quagliana che verrà letto al tavolo questa sera


Non mi taglio più la barba da trent'anni Da trenta lunghi anni la pelle del mio viso non vede la luce del sole ed è di colore pallido. Il colore della mia barba inizialmente era castano, con qualche punta di rossiccio, ma ora il bianco incalza, in peli singoli che si stanno coalizzando in ciuffi e si candidano a diventare i rappresentanti più numerosi della mia popolazione pilifera personale.
Come un genitore all'interno di ogni famiglia, riguardo la mia barba anch'io ho delle preferenze. Prediligo da sempre la parte del mento e la zona vicina all'attaccatura delle basette, martirizzata di continuo dalle stanghette degli occhiali che porto praticamente da quando ho imparato a leggere. I peli di queste comunità un po’ montane, sono tipi forti e rudi, arruffati quanto conviene, forse poco ospitali, ma spesso è solo un’impressione, perché poi ti ci trovi la sera a giocare a carte e ti ricredi. 

venerdì 19 settembre 2014

Mi piace Raimondo

Cara e illuminata extraparlamentare,
da quando ho iniziato a seguire le letture sul vostro blog le mie serate sono diventate meno noiose e le mie emozioni  profonde come gole. A volte mi riscopro curiosa, altre preoccupata, altre emozionata. Ma tutto è diventato " di più “. Mi ero abituata al mio volto senza sorrisi ed ai miei sogni bianchi. Ai risvegli senza emozioni. Alle ore senza rintocchi.
Ma oggi sono diversa. Ho scoperto che al mondo esiste un uomo che può solleticare le mie fantasie, il mio ginocchio (confesso di essere un po' feticista) ed ogni altra corda intima solleticata anche nel ricordo delle parole dolci della tua collega Cicciolina, di cui ho sempre invidiato, oltre le esperienze, le treccioline. Questo uomo è Raimondo Quagliana. 

giovedì 18 settembre 2014

Io adoro Fabio Volo


Ehi ma… ma tu… tu sei… Oh-My Dog!! Non ci credo, mi sento male, oh porca pupazza sono sistemata? Potevo mettermi almeno la minigonna, almeno mi avresti guardata per un motivo!
Posso darti la mano? Certo ci sono solo due piccoli litri di sudore ma, sai com’è, averti davanti mi fa sciogliere e io mi sto proprio prosciugando. 

mercoledì 17 settembre 2014

Oggi no

No, non gli rispondo. Oggi no, oggi decido che non gli rispondo.

C’è caldo e la minestra è calda, un suffumigio involontario e non so quanto terapeutico a base di fagioli, che diavolo mi è passato per la testa di cucinare una minestra di fagioli con questo caldo.  Ma oramai è fatta, occorre fermezza d’animo e perseveranza persino per ingoiare un cucchiaio di minestra ma il cucchiaio si sarà trasformato in una pira e non ci penso proprio a provarci subito, non mi lascerò trasformare in una pira la lingua, mi caschi la lingua se gli rispondo, non mi lascerò trasformare in una pira dall’ennesimo litigio, c’è caldo, c’è troppo caldo per prendere fuoco. 

martedì 16 settembre 2014

Preghiera

Dammi la libertà di intraprendere sentieri ingarbugliati come fili, e di perdermi, sconvolgermi fino a trovarmi in un sacchetto di carta. Riempi le mie giornate e lascia scorrere il tempo, cosicché anche l’ultimo granello non fatichi durante l’atto del suicidio. Calibra il vuoto gastrico e il traffico aereo, che lungo il tuo oceano ci sia solo io e che in corsa agli anni ci sia soltanto tu. Prendi tutto quel che vuoi e riempi i vestiti come quando rubi i libri perché hai fame, fa di me la tua biblioteca, fa di me la tua notte, il bagno caldo e le ossa rotte. 

lunedì 15 settembre 2014

Moira degli elefanti


Era allo stesso tempo Moira e l’elefante, unico corpo due entità. Capelli neri, corvini, fluenti costretti in una coda che sembrava un mazzo di verdura di quella buona comprata al mercato di Valencia, il seno straripante dalla maglia sintetica dello stesso colore di orca innamorata, le cosce e il culo inguainati in un jeans che racchiude il mistero di come una volta indossato si possa togliere senza strapparsi via anche la pelle. Taglia elefante modello pachiderma. Lo sguardo da incantatrice di serpenti, labbra reduci da un ematoma non proprio recente, quando il sangue ristagna e il colore è di vino vecchio.